Quattrocentosessanta anni fa nasceva Galileo Galilei (1564–1842), fisico, matematico, astronomo, filosofo, fondatore del metodo sperimentale, padre della scienza moderna ma anche fervente credente, alla costante ricerca di un dialogo con la religione ed il Papa. Fu tuttavia tristemente famoso per essere stato il solo a ricevere l’anatema dalla Chiesa, ovvero la solenne maledizione.
Con questo pezzo si porteranno alla luce, tuttavia, gli aspetti meno noti della sua vita, ovvero la sua turbolenta situazione familiare e i suoi problemi di salute.
I problemi di una salute cagionevole
Galileo Galilei era alto e robusto, con i capelli che tendevano al rosso e, a detta del suo biografo Vincenzo Viviani, aveva uno sguardo intelligente e vivace.
Non godeva, tuttavia, di buona salute. La causa lo scienziato la attribuita a un incidente occorso a lui e ai suoi amici in adolescenza.
In una calda giornata d’estate si trovavano ospiti in una villa in Toscana, quando accaldati decisero di andare nella stanza più fresca della casa. Mentre erano addormentati, per una pennichella pomeridiana, un domestico spalancò una finestra, che di solito restava chiusa poiché per la sua posizione vi entrava un vento freddo. Tutti i ragazzi si ammalarono, uno morì dopo qualche giorno, un altro dopo qualche anno e i superstiti, tra i quali lo scienziato, risentirono degli effetti di quella forte febbre per tutta la vita.
I problemi di salute di Galilei erano tuttavia imputabili all’ artrite reumatoide, patologia ereditata dalla primogenita Virginia, e alla forte depressione che gli causava inappetenza e tendenza alla somatizzazione.
Gli affetti di Galilei
Galileo Galilei a Padova s’innamoró di Marina Gamba (1570-1612) dalla quale ebbe tre figli: Virginia, Livia e Vincenzio. Con la donna convisse molti anni, ma non è chiaro il motivo per cui la sposò solo dopo la nascita del figlio maschio, l’unico riconosciuto.
Quando lo scienziato tornò in Toscana abbandonò Marina e portò la prole con sé.
La figlia che amò di più, ricambiato, fu Virginia, dal carattere simile al suo e dalla viva intelligenza scientifica. Pare che le mostrasse in anteprima tutti i suoi libri e che volesse da lei un parere sulle sue scoperte. Di Ella rimangono 124 lettere gelosamente custodite dallo Galileo, invece le lettere che lo scienziato le mandava, sono state tutte distrutte dalla madre priora.
Quando nacque Virginia, Galileo stesso le fece l’oroscopo, predicendo che la bambina, nella vita, sarebbe stata costantemente legata a Dio. Scelse lui nel 1613, di farla entrare nel monastero delle clarisse di San Matteo in Arcetri, a tredici anni. A sedici anni divenne monaca di clausura e scelse il nome di Suor Maria Celeste in onore del padre che la volta stellata studiava. Tra quelle mura perirà a soli 34 anni a causa di problemi di salute aggravati da una vita di stenti e dal freddo gelido della sua cella.
Anche Livia entrò in convento, ma controvoglia, un anno dopo rispetto alla sorella, prendendo il nome di Suor Arcangela. Così imputando allo scienziato la sventura della sua condizione, interruppe i rapporti con Galileo.
Il fisico, convinto che la vita religiosa assicurasse un reddito certo, voleva che anche Vincenzio seguisse questa strada, ma lui si rifiutò categoricamente, sostenendo di avere “un odio avvelenato” per un destino da prete, chiedendo di poter studiare giurisprudenza a Pisa, dove si laureò nel 1628. Si sposò, ebbe tre figli e si mantenne lavorando come cancelliere.